“La struttura originaria della chiesa è romanica, risalente ad un periodo fra XI e XII secolo. Ora, tuttavia, sono visibili solo rari tratti dell’edificio più antico: nel sottotetto, soprattutto, in cui appare la muratura laterale originaria della navata centrale. La chiesa si presentava a tre navate, divise da colonne in muratura. Fin dalla costruzione, quindi, era una chiesa dall’aspetto piuttosto imponente – sebbene semplice ed a tratti rozzo nelle parti decorative – destinata ad una comunità cristiana notevole, per entità ed importanza.
Per tentare di ricostruire l’idea della facciata originaria, è importante accennare ai due leoni stilofori in pietra, ritrovati in frazione Santa Lucia nel 1970 da Aldo Sola, medico, ricercatore e storico viglianese, ed ora visibili presso il museo del territorio biellese in Biella. Tali sculture secondo Monsignor Delmo Lebole – dal cui testo “Storia della Chiesa Biellese. La Pieve di Biella. Volume V”sono tratte queste brevi note – avrebbero verosimilmente costituito l’ornamento del portico della chiesa. Oltre ad essere di fondamentale importanza per la scultura romanica del Biellese, di cui costituiscono una rarissima testimonianza, i due leoni, realizzati in pietra locale, dimostrano la presenza in zona di maestranze lombarde, verosimilmente comacine.
Nei primi anni del Quattrocento i documenti dimostrano le modificazioni dell’edificio originario, ma le trasformazioni più radicali avvengono dopo il 1630, con il coro rifatto in forme barocche, a pianta quadrata, corrispondente all’attuale presbiterio. Viene realizzato allora il terzo altare laterale, , dopo quello di San Giovanni Battista e della Beata Vergine del Rosario, dedicato a Sant’Antonio da Padova. Verso la fine del Seicento sarà proprio quest’ultimo ad aprirsi nella prima delle cappelle laterali, la cui costruzione è il segno evidente che lo spazio della chiesa era divenuto insufficiente per le esigenze della popolazione.
Dell’arredo barocco, è ancora oggi ammirabile l’ancona settecentesca in legno scolpito e dorato dell’altare del Rosario, opera degli scultori Serpentiere di Sagliano, che include i misteri del Rosario provenienti da una ancona precedente di almeno un secolo, dipinti da Vincenzo Costantino, pittore che a Vigliano – nell’oratorio di San Pietro, oggi Santa Lucia – lascia pregevoli affreschi. Al centro dell’ancona, la statua seicentesca della Madonna ripropone postura e modello della Madonna di Oropa.
Settecentesco è pure il coro ligneo, che Lebole attribuisce a Gaspare Serra di Tollegno. Alla metà del Settecento sono databili anche l’altare di Sant’Antonio Abate, un tempo altare maggiore, in marmi policromi intarsiati. All’ultimo quarto dello stesso secolo si datano l’attuale altare maggiore e la relativa balaustra, sempre in marmi intarsiati.
Dopo gli ultimi restauri, sulla facciata semplice e luminosa si stagliano con chiarezza le due statue in cotto che rappresentano i Santi Pietro e Paolo”.
(Fonte: sito del comune)