L’ipotesi prevalente ormai è che il toponimo debba collegarsi a Morra, stazione di carattere rurale in cui sostavano i monaci benedettini con le loro greggi, poiché sembra che il luogo rappresentasse una sosta per i benedettini che scendevano dalla Novalesa a visitare le case del Piemonte meridionale. Moretta sarebbe quindi un diminutivo di Morra. Sembra invece tramontata l’ipotesi, sostenuta da autorevoli studiosi come Eandi e Gabotto, che il toponimo derivi da moretus, cioè luogo con forte presenza di gelsi, detti localmente morè un tempo assai diffuso nella zona perché strettamente collegato alla bachicoltura, l’allevamento del baco da seta. Tale teoria sarebbe suffragata dallo stemma comunale sul quale sono presenti l’immagine di un gelso e il motto “Natura perficitur arte” (la natura è resa perfetta dall’arte), un’allusione alla lavorazione della seta come perfezionamento del lavoro del baco. A sfavore di questa interpretazione gioca il fatto che Moretta era già nota con questo nome prima della diffusione della coltura del gelso (e della lavorazione della seta) in Piemonte, la quale, secondo i documenti storici, sarebbe iniziata soltanto a partire dal XVI secolo.
L’origine del primo insediamento umano del paese appare incerta: mentre i primi documenti scritti che attestano l’esistenza di Moretta sono di epoca medievale, le più antiche testimonianze di presenza umana rinvenute sull’attuale territorio comunale risalgono all’epoca romana. Alcuni tombe ritrovate in località “Prese Basse”, con conservazione di suppellettili e di tegole servite per la costruzione delle strutture funerarie, farebbero infatti pensare ad un insediamento sparso e diffuso sul territorio oggi ricompreso tra i Comuni di Scarnafigi, Torre San Giorgio, Cervignasco di Saluzzo e Moretta. Secondo alcuni studiosi – i quali, tuttavia, basano le proprie deduzioni su documenti di incerta genuinità – Moretta sarebbe stata fondata dai monaci benedettini dell’Abbazia di Santa Maria di Cavour. A partire dagli anni Sessanta del Secolo XII, il territorio morettese entra nell’orbita di influenza dei Signori di Busca, venendo incluso nei possedimenti del Marchese Guglielmo.
(Fonte: sito Turismo CN)