Rivara

La fama di Rivara è legata soprattutto al suo castello, restaurato da Alfredo d’Andrade alla fine dell’Ottocento e luogo di ritrovo della cosiddetta “scuola” o “cerchia di Rivara”, che riuniva nella sale del maniero esponenti di spicco della cultura dell’epoca, scrittori, pittori, architetti e lo stesso celebre restauratore. Il complesso fortificato è in realtà formato da due nuclei, di cui il più antico (attestato al 1236 e denominato Castelvecchio) è di committenza dei Valperga e il più recente (testimoniato al 1303, ma forse precedente) è legato alla famiglia Discalzi, nonché da un ricetto, documentato nel XIII secolo, e da un borgo ai piedi dell’altura su cui sorgono i due castelli, poi a sua volta denominato ricetto. L’insediamento in epoca successiva si contrae nell’area dei castelli, distrutti ad opera delle truppe francesi in età moderna, e reinterpretati dal restauro di d’Andrade dopo il 1870. L’intervento riguarda anche il borgo medievale, che diventa privilegiato centro di villeggiatura, segnato dalla presenza di numerose ville aristocratiche, tra cui si annoverano la villa Ogliani (seconda metà del XIX secolo), ora sede municipale, e la villa Colli (anni venti), ottimo esempio di architettura razionalista di Gino Levi Montalcini e Giuseppe Pagano Pogatschnig. La parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, viceversa di XVI secolo, testimonia la lunga continuità insediativa di Rivara, e conserva una notevole pala d’altare di Martino Spanzotti. Il Castello Nuovo da alcuni anni ospita il Centro di Arte Contemporanea, sede permanente di circa 500 opere provenienti da tutto il mondo, che organizza anche mostre temporanee e personali di livello internazionale.

(Fonte: sito Piemonteitalia.eu)